Podcast "School Again": pattuglie scolastiche, odio e crisi educativa nelle scuole polacche
Il professore sottolinea anche l'importanza del contesto sociale del problema del tentato suicidio: "Il suicidio è un fenomeno sociale, non individuale. E chiunque compia un simile atto non ha ricevuto un aiuto tempestivo. Questa affermazione suona come un invito a una maggiore vigilanza e alla disponibilità a intervenire nell'ambiente circostante dei giovani", afferma il professor Konopczyński.
È impossibile ignorare il caos nel sistema educativo. "L'istruzione è l'asse portante dello sviluppo di uno Stato, di una nazione. E questo è uno dei fattori più importanti per far sentire qualcuno cittadino di questo Paese", sottolinea Konopczyński. Critica anche le continue riforme e il declino del prestigio della professione docente, che aggravano ulteriormente i problemi educativi.
Gli intervistati tornano anche su questioni di diritto e responsabilità. "Perché le scuole non implementano disposizioni di legge che possano proteggere i bambini?" chiede il conduttore. "La legge potrebbe essere impotente in questo caso", risponde Konopczyński senza mezzi termini.
L'esempio di Julia di Lubin, suicidatasi a causa di incitamenti all'odio, diventa un punto di riferimento per la riflessione sulla necessità di un cambiamento. "Abbiamo bisogno della legge di Julia per combattere questo fenomeno", afferma Joanna Ćwiek-Świdecka. Tuttavia, la professoressa aggiunge: "La legge peggiore è quella che sappiamo fin dall'inizio che non verrà applicata. Dobbiamo creare una base assiologica, una base di valori. È a questo che servono le scuole".
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